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Auto elettriche: ci sono quattro modi per permettere la ricarica in maniera più rapida

Attualmente, inizia a crescere il numero di auto elettriche in circolazione. Nonostante ciò, non c’è ancora chiarezza su come trattare al meglio questi veicoli, i quali hanno bisogno essere conosciuti al meglio per evitare danni a lungo termine.

Uno dei fattori di cui si parla tanto ma dove si traggono poche conclusioni è la ricarica. C’è una normativa che chiarisce i modi migliori per ricaricare i veicoli elettrici, e sono essenzialmente 4. Andiamo a vederli nel dettaglio singolarmente.

 

Auto elettriche: ecco i 4 modi per ricaricarle

Il 1° modo per ricaricarle

Il primo modo per ricaricare le nostre auto elettriche è quello di collegarle ad una presa classica senza dei sistemi di sicurezza specifici. Si tratta di una modalità usata spesso per ricaricare le bici elettriche e gli scooter. Per le auto questa modalità è prevista solamente nelle aree private, mentre in quelle pubbliche è vietata.

 

Il 2° modo

In questa modalità, rispetto al 1° modo, c’è la presenza di un sistema si sicurezza specifico tra il punto di allacciamento alla rete elettrica e l’auto in carica. Il sistema viene montato sul cavo di ricarica, denominato Control box. E’ installato di solito sui caricatori portatili per le auto elettriche ed è un modo utilizzabile anche con prese domestiche e industriali. In Italia questo tipo di ricarica è consentito, come nel 1° modo, solo nelle aree private

.

 

Il 3° modo

In questa modalità, la ricarica dell’auto viene tramite un sistema di alimentazione collegato in maniera permanente alla rete elettrica. Questo viene definito il modo delle wallbox, delle colonnine e di tutti i sistemi di ricarica automatica in corrente alternata. Attualmente, in Italia è l’unico modo possibile per caricare l’auto in ambienti pubblici in corrente alternata.

 

Il 4° modo

Il 4° modo è l’unico che prevede corrente continua. Così facendo, la ricarica ha bisogno di un convertitore di corrente esterno alla vettura dove si attacca il proprio cavo di ricarica. Avviene solitamente che la stazione di ricarica è più voluminosa di una colonnina semplice e ciò è dato dalla presenza del convertitore, il quale trasforma la corrente in entrata da alternata a continua prima di recarsi nel cavo di ricarica verso il veicolo.

Ci sono due standard per questa modalità: uno Giapponese ed uno Europeo, rispettivamente CHAdeMO CCS Combo. Le stazioni di ricarica consentono una ricarica fino a 200 A e 400 V ma la normativa non specifica un limite massimo.

Redazione

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