I furti di veicoli e altri pericoli incombono sugli automobilisti: un nuovo problema che si diffonderà negli anni a venire è ora presente. In passato, i ladri di auto erano individui oscuri mascherati e armati di piede di porco, ma oggi le cose sono cambiate. Per sottrarre un’auto, basta un semplice telefono cellulare e alcune modifiche. Questo è dimostrato dalle ricerche degli “hacker benigni” che lavorano per le case automobilistiche al fine di rendere i veicoli più sicuri.
In passato, il peggio che potesse capitare lasciando il cellulare in macchina era che potesse essere dimenticato sul sedile, facilitando il compito di un ladro nel rompere un finestrino e rubarlo. Tuttavia, ora che le auto si connettono agli smartphone per rendere la vita più comoda e semplice, il rischio è che i tuoi dati sensibili possano essere presi di mira.
Un recente studio condotto dalla Mozilla Foundation, ad esempio, spiega come le automobili siano il luogo peggiore per conservare i tuoi dati personali, come se fosse necessario sottolinearlo.
Lo studio immagina uno scenario futuro non così distante, entro il 2030, in cui circa il 90% delle auto avranno sistemi di connessione tra il telefono cellulare del proprietario, già ampiamente utilizzati da alcuni marchi come Tesla. Tuttavia, i rischi legati a questa innovazione non sono affatto trascurabili.
Sembra che il problema principale sia la scarsa consapevolezza dei proprietari sulle conseguenze. Dalla ricerca sulle politiche di 25 noti marchi automobilistici, gli studiosi hanno scoperto che ben 19 di essi non hanno alcuna clausola che vieti la vendita dei dati dei clienti a terzi, società che possono sfruttarli per scopi di marketing e pubblicità. Del resto, come qualcuno ha affermato, i dati sono l'”oro nero” del nuovo millennio.
Le automobili non si limitano a immagazzinare i dati solo durante il tempo trascorso al loro interno, ma molte possono farlo anche quando non vengono utilizzate, ad esempio quando sono parcheggiate in garage. Alcuni hacker hanno dimostrato quanto sia facile rimanere connessi a un veicolo venduto a un nuovo proprietario per accedere ai dati sensibili del conducente successivo.
L’unico marchio che sembra proteggere realmente i propri acquirenti, senza alcuna intenzione pubblicitaria, ma riportato direttamente dagli studiosi della ricerca, è Renault, che ha una politica molto rigorosa sulla vendita dei dati. Tuttavia, è evidente che è necessaria una legge specifica per affrontare questa situazione che presto coinvolgerà molti proprietari di auto che, inconsapevolmente, acquisteranno un veicolo nuovo ma “regaleranno” la propria identità e altre informazioni sensibili.