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Commissione Europea, Cingolani: la Motor Valley chiude dopo la proposta sulle endotermiche

Tutti ormai sono a conoscenza della proposta lanciata dalla Commissione Europea di tagliare le emissioni, eliminando dalla vendita le auto con motore termico a partire dal prossimo 2035. Questa soluzione però secondo gli esperti del settore e gli ha detti ai lavori andrebbe a mettere a rischio l’intera Motor Valley.

Per quanto riguarda il settore delle auto italiane, ad esporsi è stato il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il quale durante il seminario “Transizione verde e gusto del futuro” ha espresso il suo parere.

“In questi giorni stiamo parlando con l’automotive. È chiaro che c’è una grandissima opportunità nell’elettrificazione, ma pensate alla Motor Valley: la Commissione europea ha comunicato che anche le produzioni di nicchia, come Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, cioè le supersportive, dovranno adeguarsi al 2030 al full electric. Questo vuol dire che, a tecnologia costante, ad assetto costante, la Motor Valley la chiudiamo. Se oggi pensassimo di avere una penetrazione del 50% di auto elettriche sin da subito, non avremmo nemmeno le materie prime per farle e non avremmo la rete elettrica per gestirla”.

“Nel quadro della transizione bisogna tenere conto che migliaia di persone ed imprese sono chiamate a riconvertire le loro attività, e non è cosa automatica, la transizione deve avere un tempo specifico: se siamo troppo lenti, falliremo come homo sapiens, ma se andiamo troppo veloci falliremo come società.”

Ecco poi l’avvertimento:

“Sono molto preoccupato per l’impatto di una transizione sbagliata nei prossimi anni per i figli dei miei figli, ma anche per una transizione sbagliata nei prossimi 10 anni per centinaia di migliaia di famiglie in Europa e nel resto del mondo. La giusta lettura della sostenibilità è un enorme problema geopolitico: si tratta di una grandissima opportunità, ma questo tipo di grandi rivoluzioni avvengono sull’asse dei tempi, se pretendiamo di farla troppo velocemente le vittime saranno troppe, se la faremo troppo lentamente le vittime saranno troppe lo stesso: nel primo caso muoiono di fame, nel secondo di ambiente. Se non operiamo sull’asse dei tempi e nella maniera corretta ci ritroveremo con decine di migliaia di famiglie che hanno perso il lavoro e secondo me questo è un principio di insostenibilità paragonabile a quello creato dell’ambiente. Dobbiamo trovare un compromesso: su questo punto bisognerà fare delle lunghe riflessioni”.

Redazione

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