Nata nel 2018, Cupra ha rapidamente conquistato numerose fette di mercato trasformando la gamma Seat in un look più sportivo, arricchito dal proprio logo, e proponendo modelli esclusivi come la Formentor: un SUV coupé compatto da 150 a 390 CV.
Il successo è stato immediato e senza mezzi termini, con una scommessa su varie tipologie di motori, passando dalla tradizionale alleanza elettrica.
Tuttavia, all’orizzonte si profila un annuncio oscuro sotto forma dei dazi imposti dall’Unione Europea sulle auto elettriche prodotte in Cina. Tra queste, spunta la Cupra Tavascan, un SUV elettrico medio assemblato nello stabilimento Volkswagen di Anhui come parte di una joint venture con JAC Automobile. Questa situazione incresciosa mette a rischio il cammino della Casa automobilistica spagnola.
Il problema principale è il marchio cinese della Tavascan, poiché i dazi dell’Unione Europea pesano su tutte le auto elettriche prodotte in Cina, senza considerare il brand originario. Wayne Griffiths, capo della Cupra, ha evidenziato la differenza di approccio, cercando di spiegare che le auto prodotte non sono per il mercato di massa, ma rappresentano qualcosa di unico.
A complicare la situazione, l’eventuale conferma dei dazi affermati dall’Unione Europea sull’auto rischierebbe di cancellare il marchio della Cupra. Spostare la produzione in Europa non è praticabile, poiché gli investimenti già fatti in Cina rendono difficile una rapida transizione.
Ciò che preoccupa Griffiths è che senza il mercato per la Tavascan, Cupra potrebbe non raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, facendo incappare l’azienda in pesanti sanzioni. Attualmente, si stanno tenendo negoziati a vari livelli con i vertici europei al fine di ridurre o annullare i dazi previsti.
In questo scenario, si prospetta un futuro incerto per la Casa automobilistica, con l’intero progetto finanziario a rischio. L’intenzione sarebbe stata quella di tutelare l’industria automobilistica europea, ma l’effetto potrebbe rivelarsi opposto. Sono in corso trattative con la Commissione Europea, insieme ai governi di Germania e Spagna, per cercare di risolvere l’annosa questione dei dazi sulle auto prodotte in Cina.