Il Giappone, sia come nazione che come gruppo di produttori automobilistici, è leggermente indietro nella transizione ecologica. Le case automobilistiche giapponesi, alcune delle quali sono state le prime ad adottare forme di elettrificazione, sono rimaste indietro sia in termini di modelli prodotti che di volumi di vendita.
A Tokyo si è preferito adottare una strategia multi-tecnologica per ridurre le emissioni inquinanti, concentrandosi anche sull’infrastruttura legata all’idrogeno, relegando così la mobilità elettrica a un ruolo secondario.
Tuttavia, il Governo, attraverso il ministero giapponese dell’Economia, del Commercio e dell’Industria (METI), ha deciso di cambiare rotta. Ha avviato una serie di iniziative che mirano a sviluppare una rete di ricarica rapida su tutto il territorio nazionale.
Il METI sta stabilendo nuovi requisiti per le stazioni di ricarica pubbliche, con l’obiettivo di raddoppiare la potenza dei punti di ricarica presenti nelle aree di servizio autostradali. L’attuale valore medio di 40 kW dovrà essere incrementato a 90 kW entro il 2030.
Inoltre, il METI vuole avere una colonnina di ricarica ogni 70 km
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