Il caso Lamborghini: l’attivismo spinge oltre i limiti e il risultato è inquietante

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Manifestare e protestare sono attività legittime e importanti, ma quando si vandalizzano oggetti e monumenti si arreca solo un danno alla propria causa. Assistendo a scene che coinvolgono gli attivisti climatici, in particolare i più estremisti, si prova una sensazione di contrasto. Da un lato, si sostiene sicuramente la loro causa, poiché è necessario riabilire il pianeta e affrontare seriamente il problema dell’inquinamento, che deve essere posto al centro del dibattito politico. Dall’altro lato, però, non si può negare il fatto che alcuni atteggiamenti siano sbagliati. Ad esempio, attaccare una Lamborghini non aiuta affatto a risolvere il problema, anzi si ottiene l’effetto opposto a quello desiderato. Invece di guadagnare solidarietà e sensibilizzare sul tema, si finisce solo per denigrarlo e sminuirlo. Imbrattare una Lamborghini Aventador con bombolette spray, inquinando l’ambiente, è completamente inutile.

La Lamborghini Aventador è un’auto eccezionale, progettata in Italia, con dimensioni di 478 cm di lunghezza, 204 cm di larghezza e 114 cm di altezza. Il suo motore è uno dei più potenti al mondo, con un V12 da 6500 cilindrate e una potenza massima di ben 700 cavalli. La Aventador può raggiungere una velocità massima di 350 km/h e accelerare da 0 a 100 km/h in soli 2,9 secondi. Non è sicuramente l’auto meno inquinante del mondo, con emissioni di CO2 pari a 398 g/km, ma ciò che è successo in Germania è stato totalmente dannoso per l’ambiente e la causa di coloro che hanno agito in quel modo.

La Germania è nota per essere uno dei paesi in cui gli attivisti climatici sono tra i più aggressivi. La loro battaglia continua senza riguardo per il tipo di automobili coinvolte, come dimostrato da un sit-in di protesta organizzato durante la gara 2 della Formula E a Berlino, una competizione automobilistica con vetture elettriche.

Bloccare una gara di auto elettriche per sensibilizzare sull’ambiente non è stata sicuramente la scelta migliore, e nemmeno il gesto compiuto di recente dai gruppo di ragazzi. Si sono posizionati in mezzo alla strada con giacche arancioni per fermare una Lamborghini Aventador e una volta bloccata l’hanno imbrattata con bombolette spray. La motivazione dietro tale gesto è che questa automobile non è gradita a chi combatte per uno stile di vita diverso e ritengono giusto punire chiunque possieda un’auto del genere. È vero che chi ha una Lamborghini Aventador potrà facilmente pulirla, ma il concetto di base è sbagliato.

Le grandi aziende, incluse quelle come la Lamborghini, stanno spostando sempre più verso una produzione elettrica per rispettare l’ambiente. Tuttavia, molte persone comuni non sono ancora convinte e atti vandalici come questi non fanno altro che allontanarle ulteriormente e favorire chi invece vuole continuare con i motori a combustione interna. La battaglia per un mondo meno inquinato è meritevole di ammirazione, ma deve essere combattuta con metodi diversi.

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Laureata in Culture Digitali e della Comunicazione, nonché in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica, svolgo da anni il lavoro di redattrice digitale. Tra le mie passioni, ci sono il canto, il disegno. Inoltre amo viaggiare.