La nostra Nazione torna ad indossare la maglia nera dell’inquinamento con l’UE che serra i controlli sulla qualità dell’aria inserendo nuovi limiti più restrittivi. Rispetto al passato si stabiliscono nuove misure di contenimento con un occhio di riguardo anche ai PM 2.5. Ecco che cosa è stato riferito al riguardo.
Inquinamento dell’aria in Italia: UE promuove nuovi limiti
Possiamo fare una distinzione tra particolato atmosferico ed antropico. Il primo dipende dagli agenti naturali (ad esempio la nebbia) mentre l’altro dipende dall’attività umana.
Il particolato (o più raramente particellato), nella chimica
ambientale, indica l’insieme delle sostanze solide o liquide sospese
in aria (con la quale formano una miscela detta “aerosol
atmosferico”) che hanno dimensioni che variano da pochi
nanometri a 100 µm. Il particolato è uno degli inquinanti più frequenti nelle aree urbane; esempi di sostanze presenti nel particolato sono fibre naturali e artificiali, pollini, spore, particelle carboniose, metalli, silice e inquinanti liquidi.” ( fonte Wikipedia)
Il riferimento esplicito è ai PM 10 e PM 2.5 che indicano le dimensioni delle particelle ed il rapporto proporzionale indiretto tra il diametro della particella stessa e la sua pericolosità. A minore grandezza corrisponde quindi un maggiore pericolo in quanto il nostro sistema respiratorio è incapace di filtrare le micro-particelle.
L’Italia è di nuovo sotto accusa dopo gli ultimi report e ad essa è disposto un richiamo. Si tratta del terzo in cinque anni per una Unione Europea che sta puntando il tutto per tutto sulla riduzione dell’inquinamento. Le aree sotto osservazione sono nel Nord Italia con Venezia, Padova, alcune zone del milanese e lungo la Valle del Po.
Il Palamento Europeo comunica:
“Le misure adottate per ridurre l’inquinamento atmosferico non sono sufficienti a mantenere il periodo di superamento il più breve
possibile”.