Volkswagen e Shell: la grande frenata dei big
Volkswagen e Shell stanno vivendo un momento di rallentamento nell’ambito delle energie elettriche e rinnovabili. Dopo l’uscita del CEO di Audi, Markus Duesmann, si è saputo che anche Thomas Brostrøm, che guidava il settore delle energie rinnovabili della Shell, ha deciso di lasciare l’azienda. Questi due manager erano stati a lungo considerati i volti della svolta verso le emissioni zero, ma sembra che entrambi abbiano avuto dei diverbi con le rispettive aziende riguardo a questa transizione.
Duesmann era un sostenitore convinto dell’elettrico, ma con il licenziamento dell’ex presidente Volkswagen Herbert Diess, anche lui favorevole al passaggio all’elettrico, e la nomina di Oliver Blume al suo posto, la transizione verso le auto elettriche ha perso slancio. Brostrøm, invece, lascia la Shell dopo meno di due anni, umiliato dalla strategia del CEO Wael Sawan, che punta a una maggiore produzione di petrolio e gas e investe meno nelle energie rinnovabili e nelle reti di ricarica per i veicoli elettrici.
La Shell, infatti, ha deciso di tornare a puntare sul petrolio e il gas, abbandonando la precedente politica di graduale passaggio alle fonti rinnovabili. Questa strategia è stata descritta da Sawan come “spietata”, con l’obiettivo di massimizzare il valore dell’azienda e investire solo nei modelli più redditizi che sfruttano i punti di forza dell’azienda. Questo cambio di rotta ha portato alla decisione di Brostrøm di lasciare l’azienda.
In conclusione, Volkswagen e Shell stanno vivendo un momento di rallentamento nelle energie elettriche e rinnovabili. La svolta verso l’elettrico sembra aver perso slancio, con manager di alto rango che lasciano le rispettive aziende a causa di divergenze riguardo alla strategia da adottare. La Shell sta puntando nuovamente sul petrolio e il gas, abbandonando la politica di passaggio alle fonti rinnovabili. Questa decisione ha portato alla partenza di Thomas Brostrøm, che guidava il settore delle energie rinnovabili dell’azienda.