Gli attivisti di Greenpeace hanno portato avanti una nuova azione spettacolare, scalando la sede Eni a Roma per esporre striscioni contro le emissioni dannose per il pianeta. Le immagini del blitz al Palazzo Eni sono state diffuse, mostrando i militanti impegnati nella scalata e un’installazione di 8 metri di lunghezza posizionata nelle vicinanze. Questa protesta è stata motivata dalle enormi responsabilità delle industrie fossili nei danni causati al pianeta e alle persone. Secondo Greenpeace, le emissioni delle grandi compagnie del settore dell’oil&gas potrebbero causare un elevato numero di decessi entro il 2100, con stime che indicano 27.000 morti imputabili ad ENI. Nonostante l’assenza di commenti da parte dell’azienda, è probabile che gli attivisti vengano denunciati. Greenpeace ha anche rilevato un significativo disavanzo nei investimenti nelle energie rinnovabili rispetto a quelli nei combustibili fossili da parte di ENI. La protesta è avvenuta in un momento in cui altre organizzazioni stanno cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della decarbonizzazione con azioni provocatorie. È evidente che le organizzazioni ambientaliste stanno cercando di far sentire la propria voce su questioni cruciali per il futuro del pianeta.
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