Due dei principali marchi nel settore dell’automotive affrontano attualmente delle problematiche che potrebbero mettere a rischio la loro produzione. In un momento già difficile per l’industria automobilistica, con problemi di consegna delle automobili e transizione ecologica in corso, essere colpiti da ulteriori complicazioni è l’ultima cosa che Stellantis e Ford vorrebbero. Questi due colossi assemblano milioni di auto al giorno e qualsiasi circostanza che possa interrompere la produzione è da evitare ad ogni costo.
L’incubo più grande per un’azienda che produce milioni di auto all’anno è doversi fermare a causa di eventi non controllabili o di scioperi dei dipendenti. Purtroppo, sembra che entrambi i problemi si stiano presentando in questo periodo per Stellantis e Ford, marchi di enorme importanza nell’industria automobilistica. Cosa ha portato a questa situazione?
La scadenza critica sarà il 14 settembre, quando il sindacato americano United Auto Workers ha dato una sorta di ultimatum ai due marchi e agli altri grandi produttori automobilistici. Il problema riguarda il rinnovo del contratto di lavoro, che non sembra trovare un accordo tra operai e produttori. Ci sono seri rischi di maxi scioperi se entro breve tempo non verrà risolta questa situazione.
Il sindacato ha chiesto un aumento del 46% del salario degli operai con contratto full time, che lavorano 32 o 40 ore a seconda dei casi, e una revisione del sistema pensionistico. Queste tematiche sono di grande attualità anche in Italia, ma finora solo Ford ha mostrato un certo grado di apertura alle trattative, mentre gli altri marchi non hanno ancora risposto, nonostante la scadenza si avvicini. Questo ha creato una situazione di incertezza che potrebbe portare a uno sciopero significativo.
Stellantis, dal suo punto di vista, ha definito “irrealistiche” le richieste del sindacato, secondo quanto riferito da Sicurauto. Quando l’industria e i sindacati non riescono a trovare un accordo, le conseguenze possono essere gravi, con scioperi, proteste e sit-in davanti alle fabbriche.
La risposta del sindacato UAW non si è fatta attendere: hanno annunciato che il 97% dei lavoratori ha votato a favore di uno sciopero, valutando i danni potenziali che questo potrebbe causare intorno ai 5,6 miliardi di dollari, a seconda della durata. La situazione è tesa e mancano ancora una decina di giorni prima che si arrivi a un punto di rottura con conseguenze devastanti.