Indagine sulla morte della prof Prati, 66 anni, la ricercatrice del Cnr che era a bordo dell’auto sperimentale esplosa venerdì scorso sulla tangenziale di Napoli.
La ricercatrice Maria Vittoria Prati era apparsa subito in condizioni disperate. Aveva riportato ustioni di terzo grado sul 90% del corpo e le sue condizioni erano apparse da subito gravissime ai medici dell’ospedale Cardarelli, dove è avvenuto il decesso. Prati era considerata un nome di riferimento nel campo dello studio delle emissioni e dell’utilizzo di combustibili alternativi. Laureata in ingegneria chimica, lavorava da oltre trent’anni all’Istituto Motori del Cnr di Napoli con il ruolo di senior researcher. L’Istituto Motori ha collaborato a lungo con il Centro Ricerche Fiat di Napoli. Dal 1° ottobre 2020, l’Istituto Motori è confluito nel nuovo Istituto di Scienze e Tecnologie per l’Energia e la Mobilità Sostenibili (STEMS).
L’auto sperimentale ad alimentazione ibrida, sulla quale si trovava Prati al momento dell’esplosione, era costruita sulla base di una Volkswagen Polo ed era alimentata a gasolio ed energia solare. Insieme a Prati c’era anche il laureando Fulvio Filace, ricoverato nel reparto grandi ustionati del Cardarelli e sottoposto a un intervento chirurgico. Le sue condizioni rimangono riservate e nelle prossime ore è programmata una nuova operazione. La procura di Napoli ha aperto un’inchiesta sull’episodio, per ora contro ignoti, e ha sottoposto a sequestro un’auto-prototipo “gemella” di quella distrutta. I magistrati esamineranno il mezzo insieme ai resti dell’incidente.
È importante sottolineare che il presente articolo è stato riscritto a fini esemplificativi e non riflette necessariamente l’opinione dell’autore su quanto accaduto.