Un salto nel futuro: se il Giappone arrivasse prima di tutti!

Se si guarda al futuro delle autovetture elettriche, l’aspirazione di tutti è quella di commercializzare un veicolo a zero emissioni ad un prezzo accessibile. Tesla, General Motors, Ford e i principali produttori europei, come Stellantis e Renault, stanno lavorando duramente per attaccare il dominio delle case automobilistiche cinesi nel settore delle auto elettriche economiche. In questa corsa al risparmio, Toyota si è inserita come aggregatore per i costruttori giapponesi che sono alla ricerca di un modo per recuperare il ritardo accumulato.

Con un cambio di rotta deciso, Toyota ha deciso di accelerare la transizione ecologica e investire pesantemente per raggiungere gli obiettivi stabiliti da Akio Toyoda. L’obiettivo è vendere 3,5 milioni di auto elettriche entro il 2030.

Per raggiungere questo obiettivo, Toyota ha stretto una collaborazione strategica anche con Subaru, che ha annunciato di voler spingere con più convinzione sulle zero emissioni. Ma Subaru non è l’unico costruttore con cui Toyota collabora per la realizzazione di un’auto elettrica.

Secondo il magazine giapponese Best Car, Toyota sta lavorando con Suzuki per realizzare un SUV compatto, il più piccolo della famiglia “bZ”. Suzuki, specializzata in vetture di piccole dimensioni, già collabora con Toyota su auto ibride e potrebbe estendere questa partnership anche all’elettrico. L’auto che potrebbe nascere da questa collaborazione potrebbe essere una sorta di Aygo X a zero emissioni. Toyota avrebbe registrato il nome FT-3e per questo veicolo, che sta per Future Toyota, 3 per il segmento di appartenenza (sotto il 4 della bZ4X) ed “e” per elettrico.

È ancora troppo presto per dire se questo sarà il nome definitivo del modello, ma potremmo vederne un’anteprima al Japan Mobility 2023 che si terrà questo mese a Tokyo. Altre case automobilistiche stanno mettendo in gioco ufficialmente delle proposte per la produzione di un’auto elettrica nella fascia dei 25.000 euro. Questo è sicuramente positivo per il mercato, ma potrebbe rappresentare una sfida per l’Europa.