L’attesa è di 25 minuti per entrare nello stand Xaomi dove è esposta la SU7, la super berlina che ha già ricevuto 75 mila ordini in sole quattro settimane. La frenesia e l’entusiasmo sono palpabili fra giornalisti, influencer, manager e commercianti che affollano il Salone di Pechino, desiderosi di scoprire le 117 anteprime mondiali tra cui un’auto volante. Le auto cinesi, iperdigitali ed elettriche, attirano l’attenzione e dimostrano maggiore innovazione rispetto alle controparti occidentali.
Mentre i costruttori europei tentano di presentare novità, è BMW a distinguersi con la MINI Aceman, diventando l’unico marchio a portare un’auto veramente nuova al Salone. La preferenza per le auto cinesi si conferma con il successo di modelli BMW che al contrario delle controparti europee, riscuotono grande interesse.
Gli assenti Stellantis, tra cui Alfa Romeo, Citroen, DS e Ferrari, evidenziano le difficoltà di alcuni marchi nel mercato cinese. Tuttavia, si spera che l’assenza sia strategica in attesa di introdurre nuove automobili per rilanciare la presenza sul mercato.
Il ritorno da Pechino conferma che la Cina è diventata il nuovo epicentro dell’industria automobilistica, guidata da un’incredibile spinta all’innovazione. Mentre l’Europa ha inventato l’automobile, la Cina la sta reinventando e potrebbe persino farla volare, creando una concorrenza impegnativa per il settore. L’unico modo per sopravvivere a questa rivoluzione è partecipare attivamente, imparando a innovare e adattarsi alle nuove sfide senza farsi bloccare dalla paura.
