Waymo rivela: la guida autonoma è 10 volte più sicura dell’uomo

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Waymo, l’azienda americana gestita da Google che opera con robotaxi in diverse città statunitensi, ha condotto un’analisi secondo cui le auto a guida autonoma sono responsabili di un numero notevolmente inferiore di incidenti e lesioni rispetto alle vetture guidate dalle persone.

In particolare, i dati di Waymo mostrano una diminuzione del 57% degli incidenti segnalati alla polizia e una riduzione dell’85% degli incidenti che hanno causato lesioni fisiche.

Questi dati si basano su oltre 11 milioni di km percorsi dai veicoli a guida autonoma dell’azienda nelle aree in cui opera, ovvero quartieri di San Francisco, Phoenix e Los Angeles. San Francisco si è rivelata la località più “pericolosa”, con un tasso di frequenza degli incidenti causati dalle persone pari a 5,55 ogni milione di miglia. Secondo le rilevazioni dell’azienda, i veicoli a guida autonoma hanno una probabilità di causare lesioni in caso di incidente inferiore fino a 10 volte rispetto a quella dei conducenti umani.

In aggiunta, Waymo ha sottolineato che i sinistri “umani” potrebbero essere anche di più, dato che quelli minori non vengono necessariamente segnalati alla polizia, mentre i veicoli a guida autonoma rilevano automaticamente gli incidenti, anche i più lievi.

Il rapporto di Waymo è stato pubblicato poco dopo un altro rapporto di LendingTree, che afferma che i conducenti di Tesla hanno il più alto tasso di incidenti. Questo in contrasto con i dati rilasciati dalla stessa Tesla, secondo la quale l’Autopilot è molto più sicuro dei conducenti umani.

Waymo aveva precedentemente comunicato una riduzione del 100% dei danni fisici, ma ha recentemente segnalato alla Nhtsa tre incidenti con lesioni fisiche di quest’anno.

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Felice Galluccio
Giornalista pubblicista. Nella mia vita professionale mi sono sempre occupato di comunicazione: rassegna stampa, addetto stampa, addetto alle pubbliche relazioni, creazioni eventi, correttore di bozze, direttore editoriale di un giornale online, editorialista, social manager.