Alla scoperta delle radici cinesi delle batterie delle auto elettriche Tesla

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Nel mondo delle batterie per auto elettriche, sembra che Tesla abbia bisogno della Cina più di quanto si pensi. Secondo un rapporto della testata giapponese Nikkei, quasi il 40% delle 61 aziende fornitrici di accumulatori di Elon Musk e della sua squadra parlano cinese.

Le riserve globali di litio sono principalmente in Cile e in Australia, che rappresentano l’80% dell’estrazione di questo prezioso minerale. Tuttavia, nonostante queste importanti riserve, la Cina rimane il principale punto di raffinazione del litio a livello mondiale, con il 60% della produzione globale.

La dipendenza della Tesla si estende anche ad altri settori, come la fusione di metalli non ferrosi e la chimica inorganica. Infatti, il 40% delle aziende coinvolte in questi processi è di origine cinese.

La situazione è ancora più interessante se si prendono in considerazione i rischi che possono derivare dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Ad esempio, la Cina ha recentemente imposto controlli sulle esportazioni di germanio e gallio, materiali utilizzati nei semiconduttori, in risposta alle restrizioni americane sulle esportazioni di chip avanzati.

Per mitigare questo rischio, Tesla sta pianificando diverse espansioni, come l’aumento della produzione di batterie presso l’impianto di Giga Nevada in collaborazione con Panasonic.

Insomma, nonostante le importanti riserve di litio in Cile e Australia, Tesla si trova ad essere fortemente dipendente dalla Cina per le sue batterie, e questo potrebbe rappresentare un punto debole se le relazioni commerciali tra i due paesi si inasprissero.

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Felice Galluccio
Giornalista pubblicista. Nella mia vita professionale mi sono sempre occupato di comunicazione: rassegna stampa, addetto stampa, addetto alle pubbliche relazioni, creazioni eventi, correttore di bozze, direttore editoriale di un giornale online, editorialista, social manager.