La situazione in Svezia per Tesla si sta facendo sempre più complicata. Le proteste non accennano a fermarsi, Elon Musk non intende cedere alle richieste dei sindacati e il marchio automobilistico ha deciso di citare in giudizio la Svezia.
Tutto è iniziato un mese fa, il 27 ottobre, quando 130 operai di sette stabilimenti di Tesla in Svezia hanno iniziato uno sciopero che ha bloccato le attività del marchio statunitense nel Paese. I lavoratori chiedevano la firma di un contratto collettivo di lavoro, una richiesta a cui Tesla si è sempre opposta.
Le proteste si sono poi estese ad altri settori, come i lavoratori portuali, gli elettricisti e i dipendenti di PostNord, rallentando le consegne dei veicoli Tesla e trattenendo le targhe destinate alle nuove vetture del marchio.
Di fronte a tutto questo caos, Elon Musk ha deciso di affrontare la questione per vie legali, citando in giudizio la Svezia per aver negato l’accesso alle targhe di immatricolazione. Secondo quanto riportato da Reuters, il Tribunale sembra aver dato ragione a Tesla, ordinando la consegna delle targhe entro sette giorni.
Nonostante questo, le proteste continuano e la situazione rischia di danneggiare l’immagine di Tesla nei Paesi scandinavi, i suoi mercati europei più importanti. Inoltre, c’è il rischio che il record del marchio per il 2023 venga compromesso. Come si risolverà questa complicata situazione? Bisognerà aspettare per scoprirlo.