Sotto la lente: L’incidente in Formula E a Roma e la sicurezza delle auto elettriche

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Le auto elettriche sono sicure? Questa è una delle domande più frequenti degli ultimi tempi. A darci una risposta ci ha pensato l’incidente avvenuto nel Gran Premio di Formula E di Roma, il più grave mai avvenuto nelle nove stagioni del Circus elettrico. A essere coinvolte sono state diverse monoposto, che hanno impattato le une contro le altre a velocità fuori dall’ordinario per le “normali” EV che guidiamo tutti i giorni. Il caso è chiaramente estremo, ma può darci un’idea di dove la tecnica e la tecnologia a zero emissioni sia arrivata oggi in termini di sicurezza.

Monoposto sicure
Sulla sicurezza della auto elettriche abbiamo già dei dati chiari grazie ai crash test svolti dall’Euro NCAP, l’ente europeo indipendente per la sicurezza stradale, da anni impegnato a mettere alla prova anche modelli a batteria in situazioni normali secondo parametri puramente stradali. Ma cosa succede quando il tutto viene estremizzato a livelli fuori dal normale?

Guardando nel dettaglio l’incidente avvenuto nella pista dell’EUR nella giornata di sabato, al nono giro, appare chiaro che il problema si sia verificato dopo che la Jaguar di Bird ha impattato violentemente contro il bordo destro della pista, a seguito di una perdita di controllo da parte del pilota per via di un avvallamento stradale. Dopo aver compiuto una rotazione di 180 gradi circa, la monoposto si è fortunatamente fermata, con il pilota illeso. I veri problemi, però, sono iniziati alcuni secondi dopo, quando le altre auto in gara sono arrivate sul posto a tutta velocità impattando inevitabilmente con l’auto inglese. A essere state coinvolte nell’impatto più violento sono state l’Envision di Buemi e la Maserati di Mortara.

La monoposto di terza generazione da Formula E
Dopo l’impatto la gara è stata sospesa per diversi minuti, per riportare ai box i “resti” delle monoposto coinvolte nel grave incidente, con i piloti che hanno commentato più volte nel corso del pomeriggio di aver temuto per la propria vita. Fortunatamente, però, nessuno è rimasto ferito e non ci sono stati incendi, nonostante l’elevata forza G registrata.

Ma come è stato possibile? La risposta in questo caso sta nella costruzione delle monoposto, realizzate con un Telaio Spark ideato da Dallara – leader in questo genere di tecnologie – con una cellula per il pilota e per il pacco batterie dall’elevatissima resistenza. Nonostante, infatti, dalla Envision sia uscito un accenno di fiamma dal posteriore, l’auto non ha preso fuoco in maniera continuativa, permettendo al pilota di uscire indenne dalla cellula con le proprie gambe.

Il Motorsport come anticipazione
Chi segue il mondo delle corse, di qualsiasi genere e tipo, sa bene che molto spesso i produttori di auto usano auto nate per la pista per testare approfonditamente tecnologie che un giorno potrebbero arrivare sulle auto di serie. Da questo punto di vista, appare chiaro come l’incidente abbia dimostrato che la sicurezza delle auto elettriche – specialmente per quanto riguarda la tenuta delle batterie – è tutt’altro che bassa, anzi. Certo, la costruzione dell’abitacolo e quanto di più differente si possa avere da un’auto stradale, ma la gabbia che contiene gli accumulatori potrebbe un domani trovare spazio sotto modelli normalmente in commercio.

Facendo brevemente un paragone con gli episodi più gravi avvenuti in Formula 1 negli ultimi anni, appare chiaro che qualora si fosse trattato di auto termiche, in questo incidente avremmo potuto assistere a quanto visto nel corso del Gran Premio del Bahrein con Romain Grosjean, con l’auto che, a seguito dell’impatto contro le barriere con fuoriuscita di carburante, è stata avvolta dalle fiamme, oppure quanto avvenuto nel corso del GP di Silverstone del 2021 a Max Verstappen. Chiaro che anche le auto elettriche possono prendere fuoco, come ci hanno dimostrato i numerosi incidenti accorsi in mare durante gli ultimi tre anni, ma le ricerche portate avanti dai team di Formula E si stanno rivelando decisamente valide, riuscendo a proteggere i pacchi batteria anche in casi estremi come quello di Roma.

A proposito delle monoposto elettriche
Se siete curiosi di sapere come sono fatte le monoposto a zero emissioni che hanno corso sul circuito dell’EUR, potete leggere l’approfondimento dedicato che abbiamo pubblicato qualche settimana fa. Per riassumere brevemente, si tratta di super sportive con due motori e con 470 CV di potenza, generati in maniera molto particolare. I propulsori elettrici posizionati sul telaio, infatti, sono due, ma a spingere avanti l’auto è soltanto il posteriore, che, appunto, genera la cavalleria di cui abbiamo parlato, l’anteriore invece svolge la funzione di rigeneratore nelle fasi di frenata, fino a picchi di 600 kW. La velocità massima che possono raggiungere è di 322 km/h e possono ricaricarsi per mezzo delle colonnine mobili di ABB con potenza di 160 kW quando collegati a una singola macchina o 80 kW quando collegati a due auto contemporaneamente.

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Felice Galluccio
Giornalista pubblicista. Nella mia vita professionale mi sono sempre occupato di comunicazione: rassegna stampa, addetto stampa, addetto alle pubbliche relazioni, creazioni eventi, correttore di bozze, direttore editoriale di un giornale online, editorialista, social manager.