Svelato il mistero: la fine di un mito che ha affascinato generazioni

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Tutti i momenti belli alla fine devono finire, è inevitabile. Dopo 11 anni, la Lamborghini Aventador ha passato il testimone alla sua erede, la Lamborghini Revuelto, chiudendo un ciclo importante per il marchio di Sant’Agata. Questo ciclo, caratterizzato dal motore V12 aspirato non-ibrido, ha avuto origine con la 350 GT motorizzata da Giotto Bizzarrini.

Solitamente si dice che il nuovo sia sempre meglio, ma per quanto riguarda le automobili, questa affermazione è difficile da accettare. Lasciare andare un’auto come l’Aventador è stato complicato per noi. Ci sono sicuramente automobili più potenti, comode ed economicamente ragionevoli della Lamborghini Aventador, ma nessuna di esse può eguagliare l’emozione che questa belva è in grado di trasmettere.

Per questo motivo, abbiamo deciso di fare un ultimo omaggio alla “poster car” per eccellenza nella sua ultima versione, la Ultimae Roadster LP 780-4, con una prova speciale presso l’aeroporto di Biella, grazie al supporto di Air Vergiate.

Quando la Aventador LP 700-4 è stata presentata al Salone di Ginevra nel 2011, il mondo dell’automotive è stato scosso dalle sue fondamenta. Grazie al design innovativo di Filippo Perini e Mitja Borkert, questa vettura ha segnato un punto di svolta rispetto alle linee morbide della Murciélago di Luc Donckerwolke. Il suo look spigoloso e aggressivo era fortemente influenzato dalla Lamborghini Reventón e dall’aviazione, in particolare dal Panavia Tornado. Undici anni dopo, l’Aventador si presenta ai fan nella sua forma finale e definitiva, la Ultimae LP 780-4, con un motore V12 posizionato longitudinalmente sul retro, una potenza di 780 cavalli e trazione integrale permanente. Anche se il suo spirito è rimasto lo stesso del Salone di Ginevra 2011, tutte le versioni precedenti sono state fuse in una sola e mozzafiato scultura. Ci sono delle influenze di Aventador S nel frontale e nel paraurti posteriore, con i due “cannoni” presi in prestito dalla Aventador SVJ, così come alcune appendici aerodinamiche in fibra di carbonio dell’Aventador SV. Tuttavia, la Ultimae riesce a unire magnificamente tutti questi elementi, rimanendo fedele a se stessa. Il suo design si rinnova, ma la sua essenza rimane invariata. Ancora oggi, è possibile riconoscerla da chilometri di distanza, soprattutto se verniciata in quel pazzesco Blu Tawaret, e si può subito notare quanto sia grande, imponente e aggressiva.

Gli interni ci raccontano la stessa storia in modo diretto ed emozionante. L’auto è bassa, quasi rasoterra, e richiede una certa flessibilità per potercisi sedere. Ma è proprio questa sensazione che la rende ancora più affascinante.

Aprendo la leggendaria portiera a apertura verticale, ci troviamo di fronte ai comandi di un vero jet da guerra, con una console centrale inclinata che ricorda il pannello di un F22. Perfino il tasto di accensione è rivestito di rosso, richiamando lo switch per lanciare missili. Forse un po’ eccessivo… ma è così che deve essere.

Gli interni sono dominati dal carbonio e dall’alcantara, che si trovano ovunque. Ma come potete immaginare, non esiste un unico setup per questa vettura. Grazie al programma Ad Personam, ogni fantasia può diventare realtà, a patto che non si scada nel banale.

Ci ha colpito il fatto che l’abitacolo della Ultimae non abbia fatto compromessi. Cambiare l’intera console centrale non avrebbe avuto senso, quindi possiamo dire addio ai touchscreen, all’Apple CarPlay, ai moderni navigatori o ai sistemi vocali avanzati. La tecnologia risale al 2011, le impostazioni di base si regolano con una rotellina centrale e quattro pulsanti circostanti, mentre il resto, come la modalità di guida e l’aria condizionata, è chiaramente visibile e funzionale. Questo è esattamente quello che ci piace. È un segno tangibile di ciò che era l’Aventador LP 700-4 e crea una linea di demarcazione ancora più netta con la Revuelto.

Per rendere l’esperienza ancora più completa, Sant’Agata ha messo a nostra disposizione una delle 250 Roadster prodotte, con tanto di targhetta identificativa. In questo modo abbiamo potuto apprezzare ancora di più il capolavoro del motore V12 posizionato dietro di noi. Non c’è un tetto elettrico o soluzioni automatizzate. Per risparmiare peso e spazio, il tetto deve essere rimosso manualmente in due pezzi e riposto nel vano sotto il cofano in carbonio. Se volete fare un viaggio di qualche giorno e sentire il vento tra i capelli, è meglio preparare uno zaino molto compatto, perché lo spazio a bordo è praticamente inesistente (è meglio avvertire anche la vostra dolce metà, nel caso).

La Ultimae è il risultato di un’evoluzione del motore V12 della sorella SVJ, con la potenza che passa da 770 a 780 cavalli, mantenendo la stessa coppia mostruosa di 720 Nm. Potreste chiedervi se la Ultimae “vada più veloce” rispetto alla SVJ (che ha stabilito un tempo impressionante di 6’44″97 al Ring), ma la verità è: ce ne importa veramente?

Lamborghini ha già dimostrato con la SVJ che il V12 può far suonare il suo canto in pista, nonostante la Ultimae sia la Lamborghini Aventador più potente mai costruita, è un modello che non può essere definito solo da un

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Sono una giovane e appassionata giornalista di 22 anni che lavora per il rinomato sito di tecnologia "Tecnoandroid.it". Nata e cresciuta a Roma, Italia, ho sviluppato un grande interesse per la tecnologia e i dispositivi elettronici fin dalla tenera età.