Un’ascesa a doppio taglio: le vendite in crescita, ma i problemi crescono ancor di più

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A livello mondiale, le vendite di automobili elettriche stanno registrando una costante crescita, anche se ultimamente questa tendenza sembra rallentare. I motivi di tale rallentamento sono molteplici. In primo luogo, i tassi di interesse elevati rallentano la domanda e rendono gli investimenti da parte dei produttori più impegnativi. Questo è evidente dalle decisioni recenti prese da General Motors e Honda di interrompere la loro collaborazione e dalla sospensione della costruzione della Gigafactory Ford negli Stati Uniti, a cui si aggiungono molte altre decisioni che destano preoccupazione. Il rendimento del fondo iShares Self-Driving EV and Tech può fornire una fotografia di questo periodo, poiché ha subito una contrazione del 24%, una percentuale molto più alta rispetto al -8,3% dell’indice MSCI All-World, che riflette l’andamento generale del settore industriale mondiale.

Nonostante questi rallentamenti, il numero di auto elettriche continua ad aumentare. Nel terzo trimestre, le immatricolazioni di auto elettriche negli Stati Uniti hanno superato per la prima volta le 300.000 unità; in Europa sono aumentate del 14,3% e in Cina del 22%, che rimane il più grande mercato automobilistico al mondo.

Tuttavia, le cifre indicano un rallentamento. Elon Musk, CEO di Tesla, ha spiegato chiaramente cosa sta accadendo: “Sono preoccupato per il contesto attuale dei tassi di interesse. La maggioranza delle persone che acquistano un’auto si avvale di finanziamenti e con questi tassi gli impegni finanziari diventano sempre più gravosi”.

Un altro elemento che caratterizza il panorama attuale è il calo dei prezzi delle materie prime. Il litio è sceso del 67% e il cobalto del 20%. Sebbene possa sembrare una buona notizia, in realtà non lo è. Le case automobilistiche stipulano contratti che si basano sulla domanda del mercato. Se la domanda diminuisce, acquistano meno materie prime e i produttori di materie prime, per aumentare l’offerta sul mercato, abbassano i prezzi. Pertanto, i prezzi scendono perché le case producono meno.

Le case automobilistiche stanno reagendo a questa situazione. Ad esempio, Ford ha ridotto da 3 a 2 i turni di produzione per il suo modello F-150 Lightning e taglierà la produzione della Mustang Mach-E. Volkswagen, d’altra parte, annuncia la riduzione di 2.000 posti di lavoro nella sua società di software, chiamata Cariad. Il gruppo tedesco continua ad accumulare ritardi nello sviluppo delle nuove piattaforme e posticipa il lancio di modelli innovativi come la Porsche Macan e l’Audi Q6 e-tron. General Motors ha deciso di posticipare l’inizio dei lavori per la sua fabbrica di batterie Ultium, al fine di migliorare la gestione finanziaria e giustificare l’investimento.

Non sono solo le case automobilistiche a soffrire, ma anche altre aziende del settore. Nidec, un importante produttore giapponese di motori per auto elettriche e altri componenti legati alla mobilità a zero emissioni, ha subito una forte diminuzione del 10% delle azioni in un solo giorno, la più grande degli ultimi 15 anni. In Italia, la difficile situazione dello stabilimento di Crevalcore di proprietà di Magneti Marelli è evidente a tutti, con i dipendenti in sciopero per evitare la chiusura dell’impianto. Anche il colosso cinese CATL, da sempre principale produttore mondiale di batterie, sta attraversando momenti difficili nonostante un aumento del 10,7% dei profitti nel terzo trimestre, il tasso di crescita più debole registrato dall’inizio del 2022.

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Felice Galluccio
Giornalista pubblicista. Nella mia vita professionale mi sono sempre occupato di comunicazione: rassegna stampa, addetto stampa, addetto alle pubbliche relazioni, creazioni eventi, correttore di bozze, direttore editoriale di un giornale online, editorialista, social manager.