Bartolini – nota società di spedizioni attiva in tutta Italia – è reduce da una vicenda che ha dell’incredibile. Dopo la faccenda legata alla scoperta del nuovo focolaio bolognese che ha visto la presenza di 64 positivi al tampone e diverse leggerezze nella gestione dell’emergenza emerge un fatto raccapricciante.
Nel corso di un giro di consegne un furgone Bartolini è stato contrassegnato da un cartellone in cui è stato possibile leggere la scritta “Untore“. Il fattore pregiudizio è disarmante tanto che l’azienda ha denunciato l’accaduto riportando come i suoi dipendenti abbiamo contratto involontariamente l’infezione nel corso delle loro funzioni, svolgendo con rigore il proprio lavoro nella massima professionalità e senza la pretesa di diventare una pubblica minaccia.
Caso Bartolini: il pregiudizio cresce dopo la scritta lasciata sul furgone a Bologna
Il fatto si è palesato agli occhi dell’azienda reduce da settimane di vessazioni dopo i chiarimenti posti a margine dell’inchiesta sulla presenza di personale infetto. Nella zona Roveri di Bologna un mezzo di trasporto appartenenti alla società è stato imbrattato con lo scopo di vessare volontariamente un lavoratore.
L’avvocato dell’azienda Cathy Latorre ha denunciato l’episodio sul suo profilo Facebook: “Il lavoratore ha chiesto di restare anonimo per paura di eventuali ritorsioni, e già questo dimostra che ci muoviamo in una vicenda dai contorni poco chiari”. Il legale rappresentato ha proseguito poi dicendo che: “in attesa dell’indagine della magistratura la sicurezza nei luoghi di lavoro è responsabilità dell’imprenditore”.
Le accuse mosse a danno dei corrieri sono inaccettabili. I fattorini di BRT non sono untori ed è chiaro che nessuno rischia la propria vita e quella altrui per portare a casa uno stipendio che a malapena basta per sopravvivere.