La transizione verso le auto elettriche è sinonimo di molte cose nel settore automobilistico. Tra queste c’è il riciclo dei veicoli e dei componenti a fine vita, che è al centro di un nuovo regolamento dell’Unione Europea presentato dalla Commissione Europea a luglio. L’obiettivo di queste nuove regole è promuovere il riuso dei materiali delle auto, favorendo una progettazione più “amica” del riciclo. In Italia, l’organizzazione Cobat è all’avanguardia in questo settore e ha creato la rete Cyclus.
Cyclus è una rete certificata di autodemolitori che unisce gli operatori del settore per garantire la tracciabilità, la sicurezza e la corretta gestione dei veicoli e dei componenti a fine vita. Il software permette anche di consultare report, statistiche e schede degli automezzi. Sono già tre i costruttori, Mazda, Ineos e Smart, che hanno aderito a questa piattaforma insieme a centocinquanta autodemolitori.
L’iniziativa di Cyclus è un contributo alla sostenibilità del settore automobilistico in Italia, che ha il parco circolante più vecchio d’Europa con un’età media delle auto di oltre 12 anni. Inoltre, i tassi di possesso delle auto in Italia sono molto alti, con 672 auto e 897 veicoli ogni 1000 abitanti. Cyclus promette di creare nuovi posti di lavoro legati alla selezione dei materiali, contribuendo alla tutela dell’ambiente e riducendo la dipendenza dall’estero per le materie prime.
Questo nuovo approccio al riciclo e alla gestione dei veicoli a fine vita rappresenta una sfida importante per l’Italia, che sta cercando di essere all’avanguardia nella sostenibilità del settore automobilistico. L’adesione dei costruttori e degli autodemolitori a Cyclus dimostra che c’è un forte interesse nel promuovere le buone pratiche di riciclo e contribuire a un futuro più sostenibile per l’industria delle quattro ruote.