Le case automobilistiche cinesi mostrano una ferma determinazione nel conquistare il mercato globale delle vendite. Mentre la Commissione Europea investiga su possibili sovvenzioni statali che potrebbero abbassare i prezzi delle automobili cinesi nel Vecchio Continente, sempre più produttori si dimostrano interessati ad aprire nuove fabbriche automobilistiche in Europa, compresa l’Italia.
A fine 2023, BYD ha annunciato la creazione di una fabbrica in Ungheria, la prima in Europa, e ha espresso il desiderio di aprirne un’altra. Stella Li, Vice President di BYD e Chairwoman di BYD Europa, ha negato trattative con il governo italiano, nonostante siano in corso discussioni con Chery Auto e Dongfeng Motor per la possibilità di produrre automobili nel nostro Paese.
Chery ha già confermato l’apertura del suo primo stabilimento europeo in Spagna, mentre SAIC Motor sta cercando un sito di assemblaggio per la sua MG in Francia entro l’estate. Great Wall Motor sta valutando la localizzazione del suo primo stabilimento europeo in Germania, Ungheria o Repubblica Ceca.
In Spagna e Ungheria si darà il via a nuove produzioni automobilistiche cinesi. Chery Auto ha stretto un accordo con EV Motors per produrre automobili nel suo stabilimento spagnolo, mentre BYD costruirà vetture a Szeged, in Ungheria, in un nuovo impianto che sarà operativo entro tre anni.
In Europa si prospetta anche la produzione di batterie cinesi, con CATL che potrebbe investire nel Vecchio Continente, soggetto a condizioni quali i dazi sulle auto elettriche cinesi previsti dall’Europa nel luglio 2024. Inoltre, Geely è interessata a produrre automobili in Polonia, mentre negli Stati Uniti si sta esercitando pressione sul Messico affinché rallenti l’espansione cinese nel settore automobilistico.
