La rivoluzione green dell’UE: colonnine ogni 60 km, batterie sostenibili e nuovi chip

0
231

Le nuove regole approvate dall’Unione europea riguardo all’auto elettrica includono diverse tematiche, come le colonnine di ricarica, l’idrogeno, le batterie e i chip. L’obiettivo è accelerare la transizione verso la mobilità elettrica e colmare il divario con l’Asia.

La revisione della normativa Dafi riguarda le stazioni di rifornimento per carburanti alternativi. Il Parlamento Ue ha approvato la nuova Dafi, che richiede agli Stati membri di installare colonnine di ricarica da almeno 400 kW ogni 60 km sulle strade principali della rete Ten-T entro il 2026. Il target aumenterà a 600 kW nel 2028.

La normativa si estende anche ai camion e agli autobus, che saranno obbligati a disporre di stazioni di ricarica ogni 120 km entro i prossimi 5 anni. Le potenze richieste saranno più elevate, ovvero 1.400 kW o 2.800 kW a seconda delle tratte. Inoltre, l’Europa si impegna a creare almeno un hub per l’idrogeno ogni 200 km entro il 2031.

Per quanto riguarda le batterie, il Consiglio Ue ha approvato il regolamento sulle batterie di dispositivi elettronici e veicoli elettrici, che include anche monopattini ed e-bike. Questo regolamento disciplinerà l’intera vita degli accumulatori, dalla produzione al riutilizzo e al riciclo. L’obiettivo è rendere le batterie sicure, sostenibili e competitive. Saranno introdotti requisiti di etichettatura e informazione sia sulle batterie che sui materiali riciclati, oltre a un passaporto elettronico e un codice QR, che saranno attivi entro il 2026.

La normativa include anche standard molto rigidi per il riciclo delle batterie e delle materie prime. L’Europa richiede quote del 51% e del 61% per le batterie dei veicoli elettrici entro il 2028 e il 2031 rispettivamente. Per i minerali, si chiede il recupero del 50% e dell’80% del litio entro il 2027 e il 2031 e del 90% e del 95% di cobalto, rame, piombo e nichel entro lo stesso periodo. È previsto anche l’utilizzo di contenuto minimo riciclato di cobalto, piombo, litio e nichel nei nuovi prodotti entro 13 anni dall’entrata in vigore del regolamento.

Infine, lo European Chips Act mira a rendere l’Europa meno dipendente dalle forniture asiatiche di chip. La normativa prevede la creazione di centri di competenza per attrarre nuovi talenti nella ricerca, la progettazione e la produzione di chip. Saranno anche implementati meccanismi di risposta alle crisi, consentendo alla Commissione europea di attivare misure di emergenza in caso di carenza di chip, come quella verificatasi dopo la pandemia. Saranno inoltre sviluppate strategie per identificare i colli di bottiglia negli approvvigionamenti all’interno dell’Unione europea.

Articolo precedenteUn destino spezzato: La tragica storia del campione che ha commosso il mondo dei motori
Prossimo articoloF1 in scossa: il disastro che ha scosso i tifosi, un evento da non dimenticare
Felice Galluccio
Giornalista pubblicista. Nella mia vita professionale mi sono sempre occupato di comunicazione: rassegna stampa, addetto stampa, addetto alle pubbliche relazioni, creazioni eventi, correttore di bozze, direttore editoriale di un giornale online, editorialista, social manager.