L’idrogeno come catalizzatore dell’economia italiana ed europea: opportunità di investimento nella filiera per una transizione energetica sostenibile

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La transizione energetica e la transizione ecologica sono termini spesso usati come sinonimi, ma in realtà rappresentano due concetti distinti. La transizione energetica si concentra sulla riduzione dell’utilizzo di fonti fossili come petrolio, gas naturale e carbone a favore delle fonti rinnovabili come fotovoltaico ed eolico. Questa transizione è necessaria per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione delle attività produttive, delle abitazioni e dei trasporti.

Tuttavia, la transizione energetica da sola non è sufficiente per risolvere il problema dell’impatto ambientale causato dalle attività umane. È necessaria anche una transizione ecologica, che implica un cambiamento delle abitudini, una riduzione dei consumi e un miglioramento generale dell’efficienza delle attività umane. La transizione ecologica è essenziale per ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente.

È importante valutare vantaggi e svantaggi delle diverse tecnologie in vari contesti e applicazioni. Recentemente ho partecipato a un evento organizzato da Federchimica Assogastecnici, che ha affrontato il tema dell’idrogeno e delle aziende italiane coinvolte nell’economia dell’idrogeno, tenendo conto anche dei piani europei di decarbonizzazione.

Durante l’evento sono stati discussi vari temi legati all’idrogeno, come la filiera delle imprese che operano nel settore, gli investimenti necessari, l’indipendenza energetica dell’Italia e la produzione, l’accumulo, la distribuzione e l’utilizzo dell’idrogeno.

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha presentato la strategia del governo italiano per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno. Questa strategia prevede investimenti nella ricerca, nella costruzione di elettrolizzatori e nella produzione di energia attraverso le cosiddette Hydrogen Valleys. Inoltre, si stanno cercando accordi di sviluppo con i consumatori finali per promuovere l’uso dell’idrogeno e la decarbonizzazione dei processi produttivi.

L’Associazione italiana dell’idrogeno H2IT ha evidenziato come in Italia ci siano competenze radicate nel settore dell’idrogeno. Si lavora da anni sulla produzione di idrogeno, sull’uso dell’idrogeno nell’industria e anche sulla mobilità a idrogeno. Sono in corso progetti di realizzazione di elettrolizzatori e stazioni di rifornimento, oltre ad attività di consulenza, certificazione e studi di fattibilità.

Durante l’evento si è discusso anche dell’idrogeno verde, prodotto con elettrolizzatori alimentati da energie rinnovabili. Questa forma di idrogeno è quella più sostenibile dal punto di vista ambientale, ma attualmente è ancora costosa. Si è quindi parlato dell’importanza di ridurre il costo dell’idrogeno verde attraverso incentivi e investimenti che permettano di migliorare le tecnologie e abbassare i prezzi.

È anche importante considerare il tipo di energia utilizzata per produrre idrogeno. Attualmente, circa il 30% del mix energetico italiano proviene da fonti rinnovabili, ma è necessario aumentare questa percentuale per garantire un impatto favorevole nella produzione di idrogeno.

Per quanto riguarda la produzione di elettrolizzatori, si sta lavorando per limitare i costi e migliorare l’efficienza. Al momento, ci sono 160 MW di elettrolizzatori installati in Europa, ma l’obiettivo è arrivare a 60-80 GW di potenza. È necessario aumentare la produzione di impianti di scala MW anziché KW e rilocalizzare la produzione dall’Asia all’Europa.

Inoltre, si sta valutando anche l’importazione di idrogeno, considerando che l’Italia ha meno possibilità di produrre ed esportare idrogeno rispetto ad altri paesi europei. La quantità di idrogeno necessaria a soddisfare le esigenze di settori come l’acciaieria, l’industria del vetro e del cemento richiede una valutazione accurata del bilancio e delle infrastrutture necessarie per l’accumulo dell’idrogeno.

L’utilizzo dell’idrogeno nell’industria dei trasporti è un altro aspetto importante. È necessaria la collaborazione tra produttori di veicoli e infrastrutture per garantire un ecosistema completo per i veicoli a idrogeno. È importante anche considerare le scadenze europee restrittive per la decarbonizzazione dei veicoli e valutare soluzioni alternative per la logistica, come il trasporto intermodale.

Infine, si è discusso anche dell’utilizzo dell’idrogeno nell’aviazione. Questo settore contribuisce al 2,5% delle emissioni globali di CO2 e presenta vincoli normativi e di sicurezza più rigidi rispetto ad altri settori. È quindi importante sviluppare soluzioni sostenibili per ridurre l’impatto ambientale dell’aviazione.

In conclusione, l’utilizzo dell’idrogeno rappresenta una delle sfide principali nel campo della transizione energetica ed ecologica. È necessario investire nella produzione e nell’infrastruttura dell’idrogeno, ridurre i costi dell’idrogeno verde e promuovere la collaborazione tra settori diversi per garantire un’economia sostenibile e un futuro più pulito.

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Felice Galluccio
Giornalista pubblicista. Nella mia vita professionale mi sono sempre occupato di comunicazione: rassegna stampa, addetto stampa, addetto alle pubbliche relazioni, creazioni eventi, correttore di bozze, direttore editoriale di un giornale online, editorialista, social manager.