Un triste primato: perché il nostro paese ha il più alto numero di morti in Europa?

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Girare per la città in bicicletta e utilizzarla come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro o a scuola può offrire molte soddisfazioni: è conveniente, ecologico e permette di evitare la ricerca di parcheggio. Inoltre, fa bene alla salute. Tuttavia, bisogna fare attenzione perché in Italia la sicurezza per i ciclisti è un problema.

Nel corso dell’anno, solamente a Milano, cinque ciclisti hanno perso la vita a causa di incidenti con veicoli pesanti. Se prendiamo in considerazione l’intera Italia, si registra una media di 5,1 ciclisti morti ogni 100 milioni di chilometri percorsi in bicicletta. Questi dati del 2022, elaborati dalla PATH (Partnership for Active Travel and Health), possono sembrare pochi, ma non lo sono affatto, soprattutto se li confrontiamo con quelli degli altri paesi europei. Nessun’altra nazione del continente fa peggio di noi: in Francia, sulla stessa distanza percorsa, si contano 2,9 morti; in Austria e Belgio 2,5. Al contrario, in Irlanda si registrano 1,9 decessi, mentre in Svizzera e in Finlandia 1,6. Svezia, Germania, Norvegia, Danimarca e Paesi Bassi sembrano invece dei veri e propri paradisi per i ciclisti, con un numero di morti che varia tra lo 0,9 e l’1,1 ogni 100 milioni di chilometri.

Purtroppo, il problema della sicurezza riguarda non solo i ciclisti, ma anche i pedoni. Nel 2021, su un totale di 2.875 vittime della strada, più di 700 sono state pedoni o ciclisti, rappresentando circa il 25% del totale. Di fronte a questa problematica, è naturale cercare soluzioni, ad esempio aumentando il numero di piste ciclabili separate dal traffico veicolare. Alcune città stanno anche sperimentando il limite di velocità di 30 km/h nelle zone urbane più centrali, come è avvenuto a Bologna nel 2023. Questa iniziativa sembra contribuire alla riduzione degli incidenti tra auto e utenti vulnerabili, come pedoni, ciclisti e motociclisti.

Anche Milano ha l’intenzione di incrementare il numero di piste ciclabili e di introdurre il limite di 30 km/h in alcune zone. Tuttavia, al momento, gli incidenti mortali tra ciclisti continuano ad avvenire, come l’ultimo caso che ha coinvolto Francesca Quaglia, una giovane donna di 28 anni, avvenuto il 29 agosto scorso a Porta Romana.

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Sono una giovane e appassionata giornalista di 22 anni che lavora per il rinomato sito di tecnologia "Tecnoandroid.it". Nata e cresciuta a Roma, Italia, ho sviluppato un grande interesse per la tecnologia e i dispositivi elettronici fin dalla tenera età.