Un vento verde al largo delle coste sarde: l’avvento dell’eolico off shore

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L’eolico off shore in Sardegna non può essere definito ecologia. Per Marcello, rappresenta un disastro ambientale giustificato da interessi inconfessabili. Inviate i vostri quesiti a info@vaielettrico.it. Ogni Regione dovrebbe prendersi cura dei propri consumi.

L’autore legge spesso le legittime lamentele riguardo all’opposizione dei Comuni e delle Regioni alla diffusione dei parchi eolici o fotovoltaici. Tuttavia, vorrebbe precisare meglio la diffusione delle pale eoliche. Nella sua regione, la Sardegna, queste verranno principalmente installate per soddisfare le richieste di regioni come la Campania e la Sicilia. Pertanto, non si capisce perché ogni Regione non debba pensare ai propri consumi. Inoltre, è importante chiedersi dove saranno posizionate queste centrali. Le centrali off-shore, cioè in mare, saranno posizionate di fronte alla Costa Smeralda, tra Alghero e Oristano, di fronte al Golfo di Cagliari e in altre zone che non ricordo al momento. La nostra regione, con politici incapaci, non si oppone o si oppone solamente in modo timido, probabilmente a causa degli interessi che queste multinazionali o società come Terna mettono in gioco. Ad esempio, i cavi elettrici della centrale in mare di fronte a Teulada passeranno per una delle spiagge più belle della Sardegna, Tuaredda. Si scaverà sulla spiaggia. È normale secondo voi? Non credo che tutto questo disastro possa essere chiamato ecologia.

Nel caso dell’eolico off shore, dove c’è il vento: in Sardegna ce n’è tantissimo. In risposta alle affermazioni di Marcello, si possono dare delle spiegazioni. Perché ogni regione non dovrebbe pensare principalmente a se stessa? Semplicemente perché non tutte le regioni hanno le stesse capacità di generazione energetica. La Sardegna è la regione più ventosa d’Italia, sia sulla terraferma che in mare, con un’enorme potenzialità di generazione eolica che supera di gran lunga le sue esigenze. Finché l’Italia rimarrà un’unica nazione, non si capisce perché l’energia prodotta in eccesso non debba essere condivisa. Le pale eoliche off-shore previste di fronte alle coste del Nord e del Sud della Sardegna sono galleggianti. Ciò significa che le turbine eoliche non sono ancorate sul fondale marino e possono essere posizionate in acque profonde, al largo. Nessuna di queste centrali previste in Sardegna sarà a meno di 17 km dalle coste. Alcune di esse saranno visibili dalla terra, ma a quella distanza appariranno piccole come stuzzicadenti sulla linea dell’orizzonte. Possiamo davvero dire che queste centrali deturperanno il paesaggio? A noi non sembra così. Terna non installa generatori: è una società a controllo pubblico che gestisce il trasporto dell’energia a lunga distanza. Da molti anni posa linee elettriche sottomarine ad alta tensione, indipendentemente dal fatto che l’energia provenga da centrali green o tradizionali. Ne ha posate centinaia e molte di esse alimentano isole che altrimenti non avrebbero accesso all’elettricità. Non ci risulta che in nessun caso la realizzazione di queste linee abbia causato disastri sulle spiagge. Gli scavi durano solo pochi giorni e vengono successivamente ripristinati, riportando l’aspetto originario. Multinazionali o no, le regole sono le stesse per tutti. Gli sviluppatori dei progetti sono investitori privati. Non fa differenza che siano multinazionali o meno, tutti devono rispettare le stesse regole. Dalle autorizzazioni sull’impatto ambientale (VIA) al prezzo riconosciuto per l’energia prodotta, che viene stabilito attraverso aste pubbliche.

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Sono una giovane e appassionata giornalista di 22 anni che lavora per il rinomato sito di tecnologia "Tecnoandroid.it". Nata e cresciuta a Roma, Italia, ho sviluppato un grande interesse per la tecnologia e i dispositivi elettronici fin dalla tenera età.