È noto che molte case automobilistiche impegnate nella produzione di veicoli elettrici si trovano in una situazione critica a causa delle sfide nella ricerca di batterie, un elemento fondamentale per assemblare un’auto ecologica.
Un articolo autorevole del rinomato sito web Business Insider riporta i casi di numerose aziende automobilistiche americane che stanno affrontando seri problemi nella catena di approvvigionamento e, di conseguenza, stanno ritardando la produzione dei veicoli.
Se fino a pochi mesi fa la carenza di microchip rappresentava il principale ostacolo per l’industria automobilistica e tecnologica in generale, oggi è la mancanza di batterie il problema principale che i produttori devono affrontare, con tutte le conseguenze che ne derivano. A differenza di Tesla, che ha dominato il mercato delle auto elettriche in Italia a luglio, aziende come General Motors e Porsche stanno riscontrando ritardi e varie problematiche.
In particolare, spicca la situazione di Ford, che perde 29.000 euro per ogni auto elettrica venduta e che non ha ancora raggiunto l’economia di scala raggiunta dall’azienda di Elon Musk, leader indiscusso nel settore delle auto elettriche a livello mondiale.
Queste difficoltà stanno impediscono alle aziende di raggiungere gli obiettivi di produzione e vendita, influenzando inevitabilmente i loro bilanci. Il CEO di Ford, Jim Farley, ha recentemente dichiarato che “la pressione sui prezzi è aumentata notevolmente negli ultimi 60 giorni”, riferendosi alla competizione sui prezzi condotta da Tesla. Allo stesso modo, la CEO di GM, Mary Barra, ha comunicato agli investitori che uno dei suoi fornitori ha avuto problemi di consegna che limitano l’assemblaggio dei moduli delle batterie: “Abbiamo riscontrato ritardi imprevisti”, ha affermato.
La situazione è stata evidenziata anche dal fatto che lo stabilimento di General Motors in Canada è stato costretto a sospendere la produzione all’inizio di questo mese. Una situazione simile si verifica anche in Porsche, dove il CEO Oliver Blume ha dichiarato a Reuters: “Non c’è settimana in cui non abbiamo problemi con la catena di approvvigionamento”. Gli analisti concordano sul fatto che questa situazione complicata dovrebbe rimanere incerta almeno per tutto il 2023.