La Magneti Marelli di Crevalcore: un’industria nel cambiamento o destinata alla chiusura?

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Sembrerebbe destinato alla chiusura l’impianto Magneti Marelli di Crevalcore, situato in provincia di Bologna, con conseguente licenziamento di 230 dipendenti. È una situazione spiacevole che si verifica dopo una serie di tagli che le aziende automobilistiche stanno attuando di recente.

Il caso più noto riguarda Volkswagen, dove 300 lavoratori sono a rischio a causa della diminuzione della domanda di veicoli elettrici. Anche Volvo ha annunciato il licenziamento di 1.300 dipendenti, mentre Ford ne taglierà addirittura 3.800.

Nella giornata di martedì scorso, il fondo statunitense Kkr, che possiede l’azienda milanese dal 2019, ha annunciato la chiusura dello stabilimento, che avverrà all’inizio del 2024. Alla notizia, i lavoratori hanno organizzato un presidio davanti all’azienda, a cui hanno partecipato il governatore della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore allo sviluppo economico e all’economia verde Vincenzo Colla.

Bonaccini ha dichiarato: “Siamo disposti a discutere su qualsiasi forma di riconversione o riorganizzazione industriale, ma non possiamo accettare una chiusura del tutto ingiustificata. Siamo qui per supportare i lavoratori non solo per garantire il loro futuro, ma anche perché siamo convinti che questa chiusura non abbia senso”.

Colla, d’altra parte, ha comunicato di aver contattato Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, per convocare immediatamente un tavolo di lavoro al fine di trovare una soluzione.

Come sottolinea La Gazzetta dello Sport, la chiusura dello stabilimento Magneti Marelli di Crevalcore è legata a una diminuzione della domanda di componenti per motori a combustione interna, a cominciare dai collettori di aspirazione e dai pressofusi in alluminio, a causa del divieto dell’Unione Europea di vendere veicoli a benzina e diesel entro il 2035.

Questa situazione si aggiunge a un risultato economico già negativo. Quest’anno, l’azienda dovrebbe chiudere con una perdita di 6 milioni di euro a causa del costo elevato dell’energia e della dinamica sfavorevole delle attività legate ai motori a combustione interna. Ciò porterà all’utilizzo attuale della capacità produttiva al 20% nel 2027 e allo zero nel 2030.

Pesa anche la decisione di non investire nell’elettrico, e proprio su questo punto i sindacati e la regione Emilia stanno discutendo, chiedendo ai vertici di Magneti Marelli di convertire le fabbriche, poiché esiste il rischio che altri stabilimenti, oltre a Crevalcore, possano avere la stessa sorte.

Nei prossimi giorni si capirà come si svilupperà questa situazione, anche se in queste ore sembra intravedersi una luce in fondo al tunnel: l’azienda ha infatti comunicato che la chiusura dello stabilimento è sospesa fino al 28 settembre, quando si terrà un incontro con i sindacati.

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Sono una giovane e appassionata giornalista di 22 anni che lavora per il rinomato sito di tecnologia "Tecnoandroid.it". Nata e cresciuta a Roma, Italia, ho sviluppato un grande interesse per la tecnologia e i dispositivi elettronici fin dalla tenera età.