Solitamente, le case automobilistiche tendono a creare veicoli in cui il cambio e il motore sono sistemati nello stesso spazio, di solito nella parte anteriore, a meno che non si tratti di vetture con motore centrale o posteriore. Esiste però una soluzione alternativa, conosciuta come transaxle.
Il termine transaxle è una combinazione tra le parole “trasmissione” e “albero motore”. Questo concetto è stato coniato negli anni ’60 da General Motors. Le vetture con transaxle hanno una configurazione speciale della trasmissione, tipicamente utilizzata su veicoli con motore anteriore e trazione posteriore. In questo caso, il cambio è separato dal motore e posizionato nell’asse delle ruote motrici, collegato al differenziale e alla frizione.
Questa soluzione meccanica offre diversi vantaggi, come un miglior bilanciamento del peso e un albero di trasmissione più leggero. Tuttavia, può comportare difficoltà nell’operazione di cambio marcia a causa della lunghezza delle leve.
Nonostante ciò, diverse auto nel corso degli anni hanno adottato questa soluzione, alcune delle quali davvero eccezionali. In Italia, ad esempio, la splendida Lancia Aurelia nel 1950. 20 anni dopo, Alfa Romeo ha ampiamente adottato il transaxle, prima con l’Alfetta, poi con l’Alfetta GT, la 90, la Giulietta, la 75 e infine la spettacolare Alfa Romeo SZ, che recentemente ha fatto nuovamente parlare di sé con un nuovo design.
Un’altra casa automobilistica che ha utilizzato questa configurazione è stata Porsche alla fine degli anni ’70, quando ha prodotto le prime vetture di serie con motore anteriore. Si ricordano la 928, poi la discussa 924, una delle Porsche più accessibili attualmente in circolazione, ma anche la 944 e la 968.
Negli anni, il transaxle è diventato sempre più raro a causa dell’introduzione dell’ESP e attualmente si trova solo su alcune supercar, come la spettacolare Lexus LFA, la Ferrari F12berlinetta, l’Aston Martin Vanquish, la Corvette C7 e la Mercedes-AMG GT.