L’auto elettrica: il simbolo di una spaccatura politica tra ICE di destra e BEV di sinistra

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Sostenere l’auto elettrica o osteggiarla come Matteo Salvini: una scelta politica che riflette le preferenze dei votanti. Come una volta, quando avere “La Repubblica” o “Il Giornale” in tasca era un segno distintivo (anche se oggi nessuno ha più un quotidiano in tasca, vero?). Ma questa è una tendenza solo italiana? Sembrerebbe di no. Il dibattito sulla mobilità sostenibile e sulla transizione energetica si accende e si radicalizza in tutto il mondo. Le elezioni europee di giugno e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti di novembre sono due importanti appuntamenti politici che mettono al centro l’auto elettrica. Ma in Europa, questa è una questione che divide anche la destra. Anche se la maggioranza di centro-destra italiana è genericamente ostile all’auto elettrica, ci sono diverse posizioni all’interno del partito. La Lega di Salvini è categoricamente contraria, puntando a contrastare il divieto di vendita di auto diesel e benzina dal 2035. La Lega va anche oltre, opponendosi alla strategia europea per la transizione energetica e negando persino l’esistenza di una reale emergenza climatica. Promette quindi che se le forze di destra europee vinceranno le prossime elezioni, la nuova maggioranza cambierà tutto. Altri partiti di destra europei invece sono più sfumati nelle loro posizioni. Ad esempio, il premier ungherese Viktor Orbán, cerca di attrarre i produttori asiatici di batterie nel suo paese per creare posti di lavoro, invece di dipingere l’auto elettrica come causa di disoccupazione, come fa la destra italiana. Alcuni paesi europei, come la Francia e la Germania, vedono una divisione di opinione anche all’interno dei rispettivi partiti di destra. Mentre Marie Le Pen, leader del movimento di destra populista in Francia, vede l’auto elettrica come qualcosa di elitario, Emmanuel Macron, un leader di centro-sinistra, la sostiene. Anche in Germania, il partito di estrema destra Alternative für Deutschland e Vox in Spagna stanno cercando di contrastare la spinta per l’auto elettrica dei rispettivi governi. Nel Regno Unito, il premier Rishi Sunak ha posticipato il divieto di vendita di auto termiche dal 2030 al 2035, mostrando incertezza rispetto alla politica ambientale. Negli Stati Uniti, la divisione tra sostenitori dell’auto a combustione interna e sostenitori dell’auto elettrica è evidente. Gli stati democratici come la California e New York sono a favore delle auto elettriche, mentre gli stati repubblicani come il Wyoming vorrebbero vietarle. Donald Trump sta cercando di sfruttare queste tensioni all’interno del settore automobilistico e dell’industria dei combustibili fossili per riconquistare la Casa Bianca. Tuttavia, c’è anche spazio per un ripensamento, come dimostra il recente cambio di rotta del primo ministro britannico sulla politica ambientale. In definitiva, sostenere o osteggiare l’auto elettrica è diventato un argomento politico di rilievo a livello globale, influenzando anche le elezioni europee e presidenziali negli Stati Uniti.

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Sono una giovane e appassionata giornalista di 22 anni che lavora per il rinomato sito di tecnologia "Tecnoandroid.it". Nata e cresciuta a Roma, Italia, ho sviluppato un grande interesse per la tecnologia e i dispositivi elettronici fin dalla tenera età.