Mario Baldazzi si sta chiedendo come calcolare il costo effettivo della ricarica domestica di un’auto elettrica. Ha ricevuto la sua bolletta Enel per un consumo di 403 kWh, con un costo variabile per kilowattora che oscilla tra 12 e 18 centesimi a seconda della fascia oraria. Tuttavia, il costo totale per la ricarica della sua auto sembra ammontare a circa 37 centesimi a kWh. Mario sospetta che le compagnie stiano gradualmente allineando il costo domestico a quello delle colonnine di ricarica.
La risposta a questa domanda è complicata, poiché bisogna distinguere tra costi fissi e costi variabili, tenendo conto anche di Iva e accise. Per ottenere il costo effettivo di ogni kWh nella batteria dell’auto, è necessario escludere dalla bolletta i costi fissi che sarebbero presenti comunque per alimentare i consumi domestici. Questi includono le spese di trasporto e gestione del contatore, gli oneri di sistema e anche il canone Rai. Tuttavia, è difficile quantificare i costi fissi effettivi, in quanto anche le voci di trasporto e oneri di sistema includono una componente variabile non specificata dalla Enel nella bolletta. Inoltre, il carico fiscale cumulativo rende impossibile determinare quale parte corrisponda ai consumi aggiuntivi dovuti alla ricarica dell’auto elettrica.
Nel caso specifico di Mario, quindi, nessuna delle due cifre calcolate da lui è corretta. Né i 12-18 centesimi a kWh per la spesa pura dell’energia elettrica, né i 37 centesimi totali divisi per i consumi. Il costo effettivo della ricarica si collocherà tra questi due valori, probabilmente più vicino al valore massimo. Sembra quindi che sia necessaria un maggiore livello di trasparenza nella bolletta per risolvere questo rompicapo.
