Il bollo auto è una tassa regionale che suscita antipatia tra i guidatori, portando spesso a discussioni politiche e mediatiche, senza la concretizzazione di promesse di riforma. L’attenzione è ora rivolta al “superbollo”, che non verrà abolito nonostante le promesse. Questa tassa porta oltre 100 milioni di euro annui alle casse dello stato, fondi indispensabili per il governo. Anche se si discuterà di riforme future, per ora in Italia nulla cambierà.
Esaminando i principali paesi europei, si può notare come il sistema fiscale automobilistico vari considerevolmente tra Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna. Ad esempio, in Francia la tassa auto è legata alla prima immatricolazione e tiene conto di variabili come le regioni e le emissioni di CO2. Inoltre, alcune regioni applicano sconti o esenzioni per veicoli elettrici.
In Germania, il bollo auto è calcolato in base alle emissioni di CO2, alla classe ambientale e alla cilindrata, premiando i veicoli con basse emissioni. In Spagna, si considerano i cavalli fiscali e il comune di residenza per determinare il costo del bollo.
Nel Regno Unito, il bollo auto è legato alle emissioni di CO2, al tipo di alimentazione, all’anzianità del veicolo e al prezzo. Dopo il primo anno di vita, le vetture con emissioni di CO2 inferiori a 100 g/km sono esentate dal pagamento.
In Italia, il bollo auto è basato sulla potenza del motore, la classe di emissioni e la regione di residenza, con un sistema unico rispetto agli altri paesi. Le auto elettriche sono esentate dal bollo, mentre i veicoli ad alte emissioni sono puniti con il superbollo. Questa tassazione riguarda principalmente la potenza anziché le emissioni di CO2.
Infine, se il governo italiano decidesse di adeguarsi agli altri paesi europei per incoraggiare l’acquisto di vetture a basse emissioni, potrebbe introdurre un sistema di bonus malus più efficace e incentivi più chiari.
