I piani ambiziosi di Lars Carlstrom per l’Italia prevedevano la realizzazione di una delle più grandi fabbriche per le batterie d’Europa. Tuttavia, la società Italvolt è ora in crisi, con un debito di 5,5 milioni di euro e un attivo di quasi 10 milioni di euro, e perdite non ripianate per oltre 3,8 milioni di euro. La società è stata ammessa al procedimento unitario di composizione della crisi, in vista della presentazione di un piano di concordato.
Le difficoltà hanno portato alla presentazione di domanda per l’apertura della liquidazione giudiziale da parte del collegio sindacale e all’azione legale della creditrice Pininfarina, che aveva progettato la fabbrica. Originariamente prevista presso l’ex polo Olivetti di Scarmagno, la fabbrica avrebbe dovuto essere spostata a causa di problematiche tecniche, inclusa la rete elettrica inadeguata della zona.
Lars Carlstrom ha presentato l’istanza per la procedura di concordato, con la speranza di poter continuare il progetto. Secondo l’avvocato di Italvolt, c’è la volontà di portare avanti il progetto della gigafactory, nonostante le difficoltà incontrate.
Italvolt attribuisce lo stato di crisi alla fase iniziale del progetto, protrattasi a causa di difficoltà burocratiche, limiti ambientali, e ritardi nelle promesse degli investitori e nell’ottenere le risorse necessarie.