L’esperienza di Tesla in Europa è stata caratterizzata da momenti di tensione e, lo scorso maggio, si è verificata una fuga di dati sensibili causata, secondo quanto riportato da Automotive News Europe, da un ex dipendente insoddisfatto.
Secondo il rapporto, la gravità della violazione dei dati sarebbe ancora maggiore del previsto: coinvolgerebbe oltre 75.000 persone, principalmente dipendenti ed ex dipendenti, compresi anche quelli della sede centrale attualmente situata ad Austin, in Texas.
Una decina di dipendenti, la cui privacy è stata violata, risiede nel Maine ed è stato proprio da questo stato che è stato inviato un avviso alla Casa automobilistica, attribuendo la situazione a violazioni interne.
Tesla ha recentemente inviato una lettera alle persone coinvolte nella violazione dei dati per informarli dell’incidente. Nella lettera, l’azienda ha affermato che un’importante testata giornalistica estera, in particolare il quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt, le ha comunicato di essere entrata in possesso di informazioni riservate.
Le indagini hanno identificato due ex dipendenti di Tesla come responsabili della violazione dei dati. Questi ex dipendenti avrebbero ottenuto illegalmente le informazioni e le avrebbero condivise con il giornale.
Nella stessa lettera, Tesla ha assicurato di aver intrapreso azioni legali contro i responsabili e di aver sequestrato i dispositivi elettronici utilizzati per acquisire le informazioni, ottenendo un’ordinanza che vieta l’ulteriore utilizzo e diffusione dei dati.
A differenza delle prime informazioni circolate a maggio, sembra che la violazione dei dati non abbia coinvolto solo il personale e i partner commerciali della sede tedesca, ma abbia interessato anche un quantitativo stimato di oltre 100.000 gigabyte di informazioni riservate. Inoltre, il tecnico addetto alla manutenzione inizialmente indicato come unico responsabile non avrebbe agito da solo.