Diesel di ultima generazione: penalizzarlo è un errore

Il fatto di penalizzare il Diesel di ultima generazione potrebbe rappresentare un errore imperdonabile per quel che riguarda il limite alla circolazione dei mezzi.

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Il fatto di penalizzare il Diesel di ultima generazione potrebbe rappresentare un errore imperdonabile per quel che riguarda il limite alla circolazione dei mezzi. Il Direttore Generale di Groupe PSA prende posizione riguardo l’argomento ed esprime le sue personali preoccupazioni in merito alla disinformazione che si sta creando nel mondo dei motori. Gaetano Thorel ha espresso il suo personale punto di vista sulla questione.

 

Diesel Euro 6 di ultima generazione: nessun pericolo per l’ambiente

Nel corso di questi ultimi giorni sono aumentate le richieste di blocco traffico in molte città d’Italia, tra cui Roma. Grande il disagio per milioni di automobilisti privati costretti a starsene a casa o servirsi dei mezzi pubblici. La limitazione nella Fascia Verde della ZTL ha inibito il transito ai veicoli in fascia Euro 3 – Euro 6. Una decisione davvero discutibile ed ancora discussa.

Le reazioni non sono certo mancate. Secondo  Unrae: Non punta ad ottenere una vera e concreta soluzione del problema dell’inquinamento atmosferico urbano, considerando che contestualmente al blocco dei diesel più moderni è stata permessa la libera circolazione in deroga di veicoli a benzina con oltre 20 anni d’età”.

Oggi è emerso anche l’intervento del Direttore Generale di PSA Italia che ha confermato:

“Credo sia il momento di fare chiarezza. La lotta all’inquinamento nelle nostre città deve essere affrontata in maniera seria e organica e non con provvedimenti locali estemporanei che, oltre a risultare inefficaci, creano parecchia confusione nei cittadini, nei clienti e anche nelle nostre Aziende sul territorio con evidenti rischi sulla forza lavoro. Chiarezza vuol dire affermare con forza che i veicoli Diesel di ultima generazione, quelli attualmente in vendita, hanno emissioni di particolato e di ossidi di azoto uguali ai veicoli benzina e prossimi allo zero e non devono essere penalizzati in alcun modo. Al contrario di molte vecchie auto a benzina, come le Euro 3, spesso erroneamente confuse come ecologiche, che non abbattono in maniera significativa le emissioni degli inquinanti“.

Ha poi continuato dicendo:

È illogico, inoltre, adottare localmente normative in contrasto con quelle europee ed internazionali, frutto di studi ed analisi scientifiche accurate che certificano la piena idoneità a circolare ai veicoli Diesel Euro 6 di ultima generazione. In maniera altrettanto chiara, dobbiamo spiegare ai cittadini come gli unici veicoli in grado di garantire una mobilità a zero emissioni sono i 100% elettrici o gli ibridi plug-in ricaricabili, ovvero ‘con la spina’. Non, invece, soluzioni come gli ibridi non ricaricabili o Mild hybrid. Infatti, solo grazie alla presenza della spina (plug-in) per la ricarica della batteria di trazione, il veicolo è in grado di percorrere decine di chilometri in modalità elettrica e abbattere in maniera drastica le emissioni inquinanti

Un distinguo che lo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”, come ha detto Thorel “ha voluto mettere in evidenza, con una circolare dello scorso 3 dicembre 2019. In sostanza, sono stati introdotti tre Gruppi che indicano il livello di emissioni CO2 dei veicoli ibridi: Gruppo 1 ≤ 60 g/km (veicoli ibridi plug-in), Gruppo 2 tra 61 e 95 g/km (veicoli ibridi standard), Gruppo 3 ≥ 95 g/km (veicoli ibridi noti commercialmente come Micro hybrid e Mild hybrid)”.

E ha poi concluso:

“Invito quindi tutti gli attori che hanno a cuore una reale mobilità sostenibile, istituzioni, industria automotive, mondo della comunicazione, ad un maggior sforzo di approfondimento e confronto per garantire la chiarezza e la trasparenza ai consumatori italiani”

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