Tralasciando vincoli ambientali e paesaggistici, il problema dei grandi impianti produttivi di energia con pannelli fotovoltaici è spesso legato al fatto che “mangiano” grossi appezzamenti di terreno da sottrarre ad allevamento, agricoltura o attività di altro genere.
Ma in Cina hanno superato il problema con un’enorme struttura “3 in 1”, che ha tre destinazioni diverse sulla stessa area.
Energia per milioni di famiglie
Realizzata dalla China Huadian Corporation, di proprietà statale, la centrale di Tianjin Haijing si trova vicino alle storiche saline di Changlu, sulla costa orientale del Paese del Dragone, poco a sud di Pechino.
La centrale e il parco fotovoltaico si estendono su una superficie di oltre 13 km quadrati. L’impianto ha una potenza complessiva di 1 GW e genererà 1,5 miliardi di kWh all’anno: una quantità sufficiente per il fabbisogno di 1,5 milioni di famiglie.
Sole, sale e gamberetti
Sono tante le caratteristiche che rendono questo sito unico. Prima di tutto, la distanza tra le file dei pannelli fotovoltaici, montati direttamente sopra l’acqua (come avviene in California), è di 14 metri: poco meno del doppio rispetto allo standard. Questa scelta costruttiva consente il passaggio di una quantità di luce solare sufficiente a far evaporare l’acqua e proseguire con la produzione del sale.
Inoltre, i pannelli utilizzati sono bifacciali, quindi ricevono energia sia direttamente dal Sole, sia dalla luce riflessa dalla superficie dell’acqua, migliorando il rendimento.
Infine, le saline di Changlu sono utilizzate anche per allevare gamberi. L’allevamento, che avviene nelle stesse pozze utilizzate dalle saline, migliora ulteriormente l’efficienza del sistema che, a pieno regime, dovrebbe far risparmiare circa 1,25 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.