Un lettore di nome Andrea lamenta l’impossibilità di ricaricare una Tesla che ha occupato una delle poche colonnine delle Cinque Terre. “Vaielettrico” risponde alle mail dei lettori e ricorda che possono essere inviate a info@vaielettrico.it.
Andrea ha raccontato un episodio spiacevole che ha vissuto durante una vacanza alle Cinque Terre, in Liguria. Ha una macchina elettrica non di marca Tesla e ha notato che le colonnine di ricarica nelle Cinque Terre sono praticamente inesistenti. Per ricaricare l’auto, è necessario spostarsi nell’entroterra, esponendosi al rischio di non arrivare alle colonnine che sono distanti tra loro circa ogni 25/30 km. Inoltre, ha segnalato che due colonnine Enel X a Riccó del Golfo di Spezia erano fuori uso e non segnalate sull’app Nextcharge. Alcune colonnine erano addirittura “strane”, con una Shuko a 3A.
Il giorno della partenza, Andrea decide di recarsi alla solita colonnina a 30/40 km di distanza con una potenza di 11kW, sapendo che funzionava correttamente. Tuttavia, quando arriva, trova una Tesla Model 3 sotto carica. Dopo 8 ore, la persona che ha parcheggiato la Tesla ha caricato solo l’85% della batteria. Andrea ha scoperto che una Tesla può limitare l’assorbimento della colonnina tramite l’app, e ipotizza che la persona abbia utilizzato questo trucco per rimanere in spiaggia e risparmiare sui costi del parcheggio.
Andrea si chiede se questi “mezzucci legali” e l’insufficienza delle colonnine in Italia, soprattutto al Nord, siano un deterrente per l’uso dell’auto elettrica, nonostante i buoni consigli di Vaielettrico.
La risposta di Vaielettrico riconosce che esistono stazioni di ricarica con potenza regolabile, e che l’utente può decidere di caricare il proprio veicolo con una potenza maggiore o inferiore senza infrangere alcuna regola. Tuttavia, la mancanza di colonnine nelle zone turistiche crea problemi quando qualcuno ne approfitta. Per affrontare questo problema, alcuni comuni turistici hanno adottato misure rigorose come multe e rimozione per chi utilizza