Fiat: La Berlina Che Ha Conquistato il Cuore di Tutti, Campione del Mondo per 3 Volte!

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Durante il suo periodo di massimo splendore, la FIAT ha creato modelli che sono rimasti nel cuore di tutti. Uno dei più celebri è ancora vincitore nelle competizioni. Qualche giorno fa, Flavio Briatore ha fatto una diretta su Instagram dalla sua auto, in cui sosteneva che sulle strade italiane non si vedono macchine italiane, se non qualche “vecchia auto della FIAT”. In modo unico, il manager di Verzuolo, attualmente impegnato nella promozione della F1 nel mondo dello spettacolo, ha denunciato la situazione imbarazzante in cui si trova l’industria automobilistica italiana in termini di produzione.

Tuttavia, non è sempre stato così. In un passato non così lontano, l’Italia è stata un punto di riferimento nella creazione di veicoli accessibili a tutte le tasche, dalle utilitarie alle berline e alle auto sportive. Per un lungo periodo è stata in prima linea, ma poi l’ingranaggio si è improvvisamente inceppato e la produzione italiana è stata soppiantata dai colossi asiatici e in parte da quelli tedeschi e francesi.

È davvero un peccato, soprattutto perché alcuni dei modelli progettati in Italia hanno fatto la storia del settore. Un esempio è l’auto di cui parleremo.

Prima di perdere il suo prestigio, l’azienda fondata da Giovanni Agnelli a Torino rappresentava una garanzia di qualità e stile dei suoi prodotti, come dimostra la 131. Presentata a Torino nel 1974, in coincidenza con lo scoppio della Guerra del Kippur, questa vettura incorporava le caratteristiche di austerità e minimalismo richieste dalla crisi petrolifera, senza rinunciare alla sicurezza e al comfort.

Nonostante le premesse non fossero particolarmente esaltanti, la 131 fece subito un grande successo sul mercato e vinse anche in competizioni, conquistando ben tre Mondiali rally consecutivi. Il segreto del suo fascino era l’affidabilità, che era ciò che cercava l’italiano medio che voleva affrontare lunghi viaggi senza spendere troppo. In breve tempo, divenne l’auto delle famiglie.

Tra le innovazioni tecniche presenti c’erano una cellula indeformabile, parti posteriori e anteriori resistenti agli urti, paraurti incassati per garantire maggiore elasticità e lamiere bullonate.

Una delle caratteristiche uniche di questo veicolo era il suo nome. Accanto al numero si leggeva anche Mirafiori, in omaggio allo stabilimento dove è stato assemblato. È interessante notare che la versione a quattro porte ha stabilito un record di vendite negli Stati Uniti. Sono stati offerti due allestimenti, Mirafiori e Mirafiori Special, il primo più conveniente e il secondo più raffinato, dotato anche di doppi fari circolari anteriori.

Nel 1978 è stata lanciata una seconda serie di questo modello, che presentava una nuova variante chiamata Supermirafiori, con cerchi in lamiera stampata a forma di quadrifoglio. Il suo animo sportivo era evidente nel modello da 2.0 litri e 115 CV chiamato Racing. Nel 1981 è stata effettuata un’ultima revisione prima della sua definitiva uscita di scena nel 1983, quando è stata sostituita dalla Regata.

Per quanto riguarda il modello del 1974, montava un motore derivato dalla 124, un 1.3 da 65 CV e un 1.6 da 75 CV. Era disponibile un cambio manuale a quattro o cinque rapporti, mentre c’era anche un cambio automatico a tre rapporti. I consumi erano discreti e la velocità massima raggiungeva i 180 km/h.

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Laureata in Culture Digitali e della Comunicazione, nonché in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica, svolgo da anni il lavoro di redattrice digitale. Tra le mie passioni, ci sono il canto, il disegno. Inoltre amo viaggiare.